Osce: la Turchia blocca 3.700 siti web, servono riforme | Internet e Technologia | Reuters
lunedì 18 gennaio 2010 14:59
VIENNA (Reuters) – L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha reso noto oggi che la Turchia blocca circa 3.700 siti web per ‘ragioni politiche e arbitrarie’ e ha chiesto riforme della cornice legale che indichino l’impegno di Ankara in favore della libertà di espressione.
Milos Haraszti, osservatore sulla libertà di stampa dell’Osce — organismo composto da 56 nazioni europee — ha detto che la legislazione turca su Internet non riesce a difendere la libera espressione e che andrebbe riformata oppure abolita.
‘Nella sua attuale forma, la legge 5651, comunemente nota come legge su Internet in Turchia, non soltanto limita la libertà d’espressione, ma restringe in modo severo il diritto d’accesso dei cittadini all’informazione’, ha detto Haraszti in un comunicato.
Il ‘monitor’ Osce ha reso noto che la Turchia, candidata all’ingresso nell’Unione europea, blocca l’accesso a 3.700 siti web, tra cui YouTube, GeoCities e alcune pagine Google perché la legislazione di Ankara su Internet è troppo ampia e soggetta a interessi politici.
‘Anche se alcuni dei contenuti definiti ‘cattivi’, come la pedopornografia, deve essere sottoposti a sanzione, la legge non è adatta allo scopo. Invece, bloccando l’accesso dalla Turchia a interi siti web, paralizza accesso a numerose e moderne reti di condivisione file o di socializzazione’, ha detto Haraszti.
‘Alcune delle ragioni ufficiali per bloccare Interen sono arbitrarie e politiche, e dunque incompatibili con gli impegni per la libertà d’espressione dell’Osce’.
Haraszti ha detto che la legge turca non riesce a salvaguardare la libertà d’espressione, e che numerosi articoli del codice penale vengono usati contro i giornalisti, che rischiano anche il carcere.
‘Quindi ‘riformare o abolire’ la Legge su Internet è la nostra principale raccomandazione… (per garantire che i turchi possano essere) parte dell’attuale società globale dell’informazione’.
I timori per la libertà di stampa un Turchia sono aumentati dopo i tentativi delle autorità statali di incassare una multa da 3,3 miliardi di dollari in una contesa fiscale con il gruppo media Dogan, nell’ambito delle pressioni su Dogan affinché rispetti la legge che limita la proprietà straniera nelle aziende turche.
A ottobre, nel suo rapporto annuale sui progressi della Turchia verso l’ingresso nella Ue, ha invitato Ankara a trattare Dogan in modo equo e ha detto che il Paese deve fare di più per proteggere la libertà d’espressione e la stampa.